Consigli per cambiare il tuo rapporto con il successo
Ti sei mai sentito intrappolato nell’idea di dover fare tutto alla perfezione? Magari passi ore su un capitolo perché vuoi essere sicuro di averlo capito al 100%, oppure eviti di consegnare un compito perché pensi che non sia abbastanza buono.
Il perfezionismo può sembrare una qualità positiva, ma spesso diventa un peso che rende lo studio più stressante e meno efficace.
Vediamo insieme cos’è il perfezionismo, perché può diventare un problema e come imparare a gestirlo per vivere meglio l’università.
Cos’è davvero il perfezionismo?
Il perfezionismo non è solo il desiderio di fare bene le cose. È la convinzione che qualsiasi cosa meno della perfezione sia un fallimento. Questo porta a stress, ansia e una continua insoddisfazione, anche quando i risultati sono più che buoni.
Secondo gli psicologi Paul Hewitt e Gordon Flett, esistono tre tipi di perfezionismo:
- Perfezionismo autodiretto: quando si pretende troppo da se stessi, ponendosi standard irraggiungibili e criticandosi duramente se non li si raggiunge.
- Perfezionismo eterodiretto: quando si pretende la perfezione dagli altri, con aspettative rigide nei confronti di amici, colleghi o familiari.
- Perfezionismo socialmente imposto: quando si ha la sensazione che il mondo esterno si aspetti il massimo da noi e che qualsiasi errore possa portare a giudizi negativi.
Se ti ritrovi spesso a pensare che “se non è perfetto, non vale nulla”, potresti essere in una trappola mentale che ti impedisce di crescere. La verità è che nessuno può essere perfetto sempre, e imparare ad accettarlo può alleggerire di molto la tua esperienza universitaria.
Come il perfezionismo rovina lo studio
Studiare bene non significa studiare perfettamente. Il perfezionismo può diventare un ostacolo, rallentando il tuo apprendimento e facendoti sentire sempre sotto pressione.
Ecco alcuni segnali che il perfezionismo sta influenzando negativamente il tuo modo di studiare:
- Procrastinazione cronica → rimandi continuamente lo studio o la consegna di un compito perché “non è ancora abbastanza buono”.
- Ansia da prestazione → anche quando sei preparato, hai paura di non essere all’altezza e questo ti blocca.
- Sindrome dell’impostore → senti di non meritare i tuoi successi perché pensi che avresti potuto fare meglio.
- Eccessivo perfezionismo nei dettagli → passi troppo tempo su una piccola parte di un argomento, perdendo di vista l’insieme.
- Paura dell’errore → invece di vedere gli errori come un’opportunità per migliorare, li vivi come un fallimento personale.
Se ti riconosci in uno di questi punti, prova a chiederti: “Sto davvero studiando meglio o sto solo stressandomi di più?”. Il perfezionismo non aiuta a imparare di più, spesso fa l’opposto.
Come gestire il perfezionismo e studiare in modo più efficace
Non si tratta di “smorzare l’ambizione” o “accontentarsi”, ma di trovare un equilibrio tra il dare il massimo e prendersi cura di sé. Ecco alcune strategie per ridimensionare il perfezionismo e migliorare il tuo metodo di studio:
1. Impara a distinguere tra impegno e perfezionismo
Essere bravi in qualcosa richiede dedizione, ma non deve trasformarsi in ossessione. Prova a concentrarti sul progresso, non sulla perfezione.
👉 Esercizio pratico: quando studi, invece di chiederti “è perfetto?”, prova a chiederti “ho capito abbastanza bene da saperlo applicare o spiegare a qualcun altro?” Se la risposta è sì, hai fatto abbastanza.
2. Fai pace con gli errori
Gli errori non sono nemici, ma strumenti di apprendimento. Ogni volta che sbagli un esercizio o un test, hai l’opportunità di migliorare.
👉 Esercizio pratico: dopo ogni verifica, invece di soffermarti solo sugli errori, annota anche tre cose che hai fatto bene. Questo aiuta a sviluppare un atteggiamento più equilibrato.
3. Imposta limiti di tempo per lo studio
Se passi troppo tempo su ogni dettaglio, rischi di sovraccaricare il cervello e perdere il quadro generale.
👉 Esercizio pratico: usa la tecnica del Pomodoro (25 minuti di studio, 5 minuti di pausa) o stabilisci in anticipo quanto tempo dedicherai a un argomento, evitando di “perderti” nei dettagli.
4. Smetti di paragonarti agli altri
Ogni studente ha il suo ritmo e il suo metodo. Concentrati sui tuoi progressi invece di confrontarti con gli altri.
👉 Esercizio pratico: fai una lista dei miglioramenti che hai ottenuto nell’ultimo semestre, anche piccoli. Vedrai che hai fatto più passi avanti di quanto pensi!
5. Affronta le aspettative accademiche con realismo
Nell’università italiana, la pressione per ottenere voti alti e laurearsi nei tempi prestabiliti può essere opprimente. Accettare che non sempre si può ottenere un 30 e che ci saranno materie più ostiche di altre è un passo fondamentale per vivere l’università con più serenità.
Ti abbiamo parlato concretamente di come affrontare un fallimento nel nostro articolo dedicato a cosa fare se un esame va male.
👉 Esercizio pratico: prova a stabilire un “range di successo” per ogni esame. Ad esempio, invece di puntare solo al 30, pensa: “Un voto tra 25 e 30 è comunque un ottimo risultato”. Questo ti aiuterà a ridurre la pressione.
6. Chiedi aiuto e condividi le difficoltà
Parlare con amici, professori o tutor può aiutarti a ridimensionare la pressione e trovare nuove strategie per affrontare lo studio.
👉 Esercizio pratico: prova a parlare con qualcuno delle tue difficoltà accademiche. Scoprirai che molti studenti vivono la stessa ansia da prestazione e che trovare supporto può fare una grande differenza.
Conclusione: studiare bene, non perfettamente
Il perfezionismo non è sinonimo di successo. Spesso, imparare a mollare un po’ la presa porta a risultati migliori e a una vita universitaria più serena. Studia con metodo, dai il massimo, ma concediti anche di sbagliare e di imparare nel processo.
🔍 Il segreto? Studiare meglio, non di più. Impegnarti, ma senza dimenticare che anche il riposo e l’autocomprensione fanno parte del successo!
Ora tocca a te: qual è la prima cosa che farai per liberarti dalla trappola del perfezionismo? 😉
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